Noi genitori italiani sottoponiamo i nostri figli a troppi controlli (inutili) dei nei.
I dermatologi l’avevano già denunciato qualche anno fa spiegando che il melanoma è rarissimo nei bambini e che, spesso, mamme e pediatri esagerano con visite ed esami.
Eppure, nonostante questo, la mappatura dei nei (o nevi, che è il termine scientifico più corretto per indicarli) viene eseguita e ripetuta frequentemente anche sui bimbi piccoli.
Un controllo che generalmente si rivela invece inutile e poco significativo.
Cerchiamo di capire meglio perché…
La presenza dei nei sulla nostra pelle è normale. Di solito si tratta di innocue macchie di forma rotondeggiante regolare, piane o rilevate, di colore bruno o nerastro uniforme. Hanno pochi millimetri di diametro di dimensione e una crescita lenta e graduale.
I nei possono essere già presenti alla nascita (nei congeniti) ma la maggior parte di questi (98%) si sviluppa più tardi, nel corso dei primi 30 anni di vita (nei acquisiti).
La comparsa di nuovi nevi, a differenza dell’adulto, è assolutamente normale e fisiologica nel bambino. I nei congeniti, infatti, rappresentano l’1% di tutti i nevi nell’uomo. E considerando che abbiamo in media 20-30 nei per ogni individuo adulto, è chiaro che questi debbano comparire durante l’età dello sviluppo.
Sarebbe quindi eccessivo sottoporre tutti i bambini a visita dermatologica ogni volta che compare un nuovo neo.
E’ invece fondamentale il ruolo di filtro e selezione dei bambini operato dal pediatra in modo da rendere più efficiente ed efficace la prevenzione.
Si perché non tutti i nevi purtroppo sono “tranquilli” anche se fortunatamente di solito è così.
Il rischio è rappresentato dal melanoma, un tumore molto aggressivo che deriva dalla trasformazione maligna dei melanociti (cellule che determinano il colore della pelle).
Può insorgere su cute apparentemente sana o dalla modificazione di un neo preesistente.
L’età maggiormente a rischio per il melanoma è quella compresa tra i 25 e 50 anni e le donne sono più colpite rispetto agli uomini.
Di melanoma, fortunatamente, si può guarire proprio grazie alla prevenzione e alla diagnosi precoce.
Per quanto riguarda, nello specifico i bambini, gli esperti spiegano che dovrebbero essere valutati per la presenza di nevi congeniti al momento della nascita e poco prima della pubertà per l’eventuale asportazione di nei a rischio.
I nei più a rischio nella fascia di età pediatrica sono sicuramente quelli congeniti. Sono in particolare a rischio i rarissimi nei giganti (più di 20 cm di diametro) e meno quelli congeniti di piccole e medie dimensioni che vanno comunque tenuti sotto controllo.
Gli altri nei a rischio sono quelli acquisiti durante la crescita che mostrano tuttavia caratteristiche irregolari di forma e colore (nei atipici).
Per riconoscere le modificazioni sospette di un neo o di una macchia scura di recente insorgenza si fa riferimento ad un messaggio sintetizzato dalla sigla ABCDE:
A – sta per Asimmetria: il melanoma è una macchia irregolare nella quale non è possibile identificare due metà simili tra loro. La gran parte dei nei benigni sono invece regolari;
B – significa Bordi irregolari e frastagliati a “carta geografica”;
C – come Colore a varie tinte: nero, rosso-bruno, rosa che sono distribuiti all’interno della macchia in modo non uniforme;
D – come Dimensione superiore a 6 mm;
E – come Evoluzione progressiva: raramente il melanoma resta identico a se stesso in quanto la lesione tende a crescere e allargarsi rapidamente.
Bisogna però precisare che nei bambini il cambiamento dei nei è inevitabile e che quindi non lo si può considerare un criterio assoluto come negli adulti (in questi è importantissimo).
E’ solo con la pubertà, infatti, che si assiste ad un aumento verticale dei rischi legati ai nei.
“Nei bambini non ha alcun senso effettuare la mappatura dei nei” – sottolineano anche dall’Unità Operativa di Dermatologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma – “poiché l’epiluminescenza deve essere effettuata solo su lesioni pigmentate selezionatissime. Infatti, in questa fascia di età, è raro trovare più di una lesione pigmentata a rischio in un singolo bambino. Questo esame deve essere richiesto esclusivamente dal dermatologo poiché non tutti i nevi necessitano di questo approfondimento e solo lo specialista è in grado di identificare le lesioni pigmentate veramente a rischio“.
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