febbre bambini
Consigli

Aiuto, mio figlio ha la febbre! E ora cosa faccio?

Ogni genitore vive la febbre del proprio figlio come un momento di ansia e preoccupazione.
Devo dargli l’antipiretico o è troppo presto? Devo chiamare il pediatra o per il momento non è preoccupante?
Specialmente quando i bimbi sono molto piccoli e non parlano ancora bene, non è facile interpretare i segnali che ci mandano.
E comprendere quale sia l’effettivo grado di malessere che stanno vivendo.
Per questo, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha realizzato questa infografica che può essere di aiuto per valutare cosa fare.
Innanzitutto, spiegano i medici, la febbre è il sintomo di una patologia e non una malattia. Nonostante sia molto temuta, gioca un ruolo importante nella fisiologica risposta di difesa dell’organismo agli agenti infettivi.
La febbre va intesa come un incremento della temperatura corporea centrale (idealmente la temperatura del sangue nell’area ipotalamica) al di sopra dei limiti di normalità.
Tali limiti possono presentare variabilità individuali e si modificano con il trascorrere delle ore. Nel bambino, tra l’altro, avvengono normali variazioni della temperatura corporea dal mattino alla sera con oscillazioni più ampie di quelle dell’adulto con temperatura minime tra le 4 e le 8 del mattino e temperature massime tra le ore 16 e 18.
Secondo la definizione pratica fornita dalla Organizzazione Mondiale della Sanità la temperatura centrale é normale se compresa fra 36,5 e 37,5°C (WHO, 1996).
In caso di febbre, quindi, l’attenzione del genitore deve essere rivolta a ridurre lo stato di malessere del bambino.
Ecco alcuni suggerimenti e indicazioni da seguire per dargli un primo sollievo:

  • garantirgli adeguato stato di idratazione facendolo bere a sufficienza;
  • non forzarlo a mangiare se non ne ha voglia;
  • non costringerlo a letto se si sente in forze;
  • vestirlo con abiti leggeri (in questo modo lo si aiuterà disperdere il calore in eccesso e a diminuire il disagio);
  • non è consigliabile effettuare spugnature sul corpo con acqua, per ridurre la temperatura, in quanto possono creare disagio e, talvolta, vasocostrizione e brivido. Il tradizionale utilizzo della borsa di ghiaccio sulla testa non comporta alcun beneficio;
  • non è consigliabile eseguire spugnature con alcol perché porta a vasocostrizione piuttosto che a vasodilatazione, necessaria per la dissipazione del calore; l’alcol può essere inoltre assorbito attraverso la pelle con rischio di tossicità.

Gli antipiretici possono essere somministrati se il bambino in corso di febbre manifesta stato di malessere.
Bisogna però ricordare che la loro assunzione non modifica il normale decorso della malattia sottostante né previene le convulsioni febbrili.
Premesso che la prima importante valutazione dello stato di salute del figlio deve essere eseguita dal genitore che, conoscendo bene il proprio bambino, è in grado di riconoscere possibili “segni di allarme”, ci sono tuttavia alcune condizioni che rendono indispensabile la consulenza pediatrica:
• età inferiore ai 6 mesi;
• aspetto sofferente, sonnolenza, irritabilità, pianto flebile, disidratazione;
• cefalea intensa, rigidità nucale;
• temperatura oltre i 40°C;
• difficoltà respiratoria;
• convulsioni;
• bambino affetto da malattia cronica (cardiopatie, diabete, deficit immunitari, etc.);
• associazione con altri sintomi (vomito, diarrea, eruzione cutanea, etc.);
• febbre che persiste oltre le 48 ore.

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