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Didattica a distanza: ecco quante ore si dovrebbero fare

La Didattica A Distanza (DAD) è, ormai da un anno, un vero e proprio tormento per molte famiglie italiane.
Come ben sappiamo, infatti, l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha comportato l’adozione di provvedimenti normativi che hanno riconosciuto la possibilità di svolgere “a distanza” le attività didattiche delle scuole di ogni grado, su tutto il territorio nazionale (decreto legge 25 marzo 2020, n. 19).
Alla DAD si è poi affiancata la DDI, ovvero la Didattica Digitale Integrata, prevista dal decreto del Ministro dell’Istruzione 26 giugno 2020, n. 39 che ha fornito un quadro di riferimento entro cui progettare la ripresa delle attività scolastiche nel mese di settembre.
E sono state diffuse delle apposite Linee Guida che forniscono indicazioni per la progettazione del Piano scolastico per la DDI da adottare, nelle scuole secondarie di II grado, in modalità complementare alla didattica in presenza, nonché da parte di tutte le istituzioni scolastiche di qualsiasi grado, qualora emergessero necessità di contenimento del contagio, nonché qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti.
Ipotesi che si sono poi puntualmente verificate con le conseguenze che tutti conosciamo e stiamo subendo.

Ma qual è la differenza tra DAD e DDI?
In pratica la DAD va vista come strumento di emergenza per assicurare la continuità delle lezioni e tutelare il diritto allo studio a seguito di una brusca e totale sospensione dell’attività scolastica in presenza. Si configura, quindi, come una sostituzione della didattica tradizionale nel momento in cui la scuola è chiusa.
La DDI invece è intesa non come sostitutiva ma come complementare alla didattica in presenza. E’ lo strumento didattico che consente di garantire il diritto all’apprendimento degli studenti che, iniziato l’anno scolastico in classe, si trovino nelle condizioni di improvvise restrizioni di mobilità, oppure vivano l’esperienza della quarantena.
La DDI si propone cioè di integrare e supportare la didattica quotidiana, il cui obiettivo primario è l’erogazione in presenza.
Ed è costruita intorno ad attività:

  • sincrone, svolte con l’interazione in tempo reale tra gli insegnanti e il gruppo di studenti (sessioni di lavoro audio-video comprendenti anche la verifica orale degli apprendimenti o lo svolgimento di elaborati e compiti monitorati in tempo reale);
  • asincrone, senza l’interazione in tempo reale tra gli insegnanti e il gruppo di studenti (attività strutturate e documentabili, svolte con l’ausilio di strumenti digitali, con l’ausilio di materiale didattico digitale fornito o indicato dall’insegnante, visione di video lezioni, elaborazione di materiale digitale, individuale o di gruppo, secondo le consegne e sotto il monitoraggio del docente di riferimento).

Una delle questioni che più fanno discutere i genitori è legata al numero di ore di DDI offerte dalle scuole ai propri alunni.
Secondo alcuni infatti sono poche, per altri invece sono troppe… chi ha ragione?
Vediamo cosa dicono, a riguardo, le Linee Guida del Ministero dell’Istruzione.

L’ORARIO DELLE LEZIONI
Nel corso della giornata scolastica dovrà essere offerta, agli alunni in DDI, una combinazione adeguata di attività in modalità sincrona e asincrona, per consentire di ottimizzare l’offerta didattica con i ritmi di apprendimento, avendo cura di prevedere sufficienti momenti di pausa.
Nel caso di attività digitale complementare a quella in presenza, il gruppo che segue l’attività a distanza rispetta per intero l’orario di lavoro della classe salvo che la pianificazione di una diversa scansione temporale della didattica, tra alunni in presenza e a distanza, non trovi la propria ragion d’essere in motivazioni legate alla specificità della metodologia in uso.
Nel caso in cui la DDI divenga strumento unico di espletamento del servizio scolastico, a seguito di eventuali nuove situazioni di lockdown, saranno da prevedersi quote orarie settimanali minime di lezione:

  • Scuola dell’infanzia: l’aspetto più importante è mantenere il contatto con i bambini e con le famiglie. Le attività, oltre ad essere accuratamente progettate in relazione ai materiali, agli spazi domestici e al progetto pedagogico, saranno calendarizzate evitando improvvisazioni ed estemporaneità nelle proposte in modo da favorire il coinvolgimento attivo dei bambini. Diverse possono essere le modalità di contatto: dalla videochiamata al messaggio per il tramite del rappresentante di sezione o anche la videoconferenza, per mantenere il rapporto con gli insegnanti e gli altri compagni. Tenuto conto dell’età degli alunni, è preferibile proporre piccole esperienze, brevi filmati o file audio. È inoltre opportuno attivare una apposita sezione del sito della scuola dedicata ad attività ed esperienze per i bambini della scuola dell’infanzia.
  • Scuola del primo ciclo: assicurare almeno 15 ore settimanali di didattica in modalità sincrona con l’intero gruppo classe (10 ore per le classi prime della scuola primaria), organizzate anche in maniera flessibile, in cui costruire percorsi disciplinari e interdisciplinari, con possibilità di prevedere ulteriori attività in piccolo gruppo, nonché proposte in modalità asincrona secondo le metodologie ritenute più idonee.

Fermo restando l’orario di servizio settimanale dei docenti stabilito dal CCNL, il Dirigente scolastico, sulla base dei criteri individuati dal Collegio docenti, predispone l’orario delle attività educative e didattiche con la quota oraria che ciascun docente dedica alla didattica digitale integrata, avendo cura di assicurare adeguato spazio settimanale a tutte le discipline sia che la DDI sia scelta come modalità complementare alla didattica in presenza, sia che essa costituisca lo strumento esclusivo derivante da nuove condizioni epidemiologiche rilevanti.
Nella strutturazione dell’orario settimanale in DDI, è possibile fare ricorso alla riduzione dell’unità oraria di lezione, alla compattazione delle discipline, nonché adottare tutte le forme di flessibilità didattica e organizzativa previste dal Regolamento dell’Autonomia scolastica.

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