Con la ripresa della scuola torna di attualità la preoccupazione di molti genitori sulle capacità, ed eventuali difficoltà, di apprendimento dei propri figli.
Non tutti i bambini, infatti, raggiungono gli stessi traguardi alle età “convenzionali”.
C’è chi magari già legge perfettamente prima di iniziare le elementari e chi, invece, ha bisogno di tempi più lunghi senza che questo rappresenti un problema per il suo sviluppo.
Come si fa, quindi, a sapere quando si è in presenza di un disturbo reale da correggere e come comportarsi in questo caso?
L’abbiamo chiesto a Federica Dessolis, psicoterapeuta cognitivo comportamentale che si occupa di Psicologia dell’apprendimento, sia a livello diagnostico che riabilitativo.
Oltre alla preparazione e all’esperienza in questo settore, Federica (che è zia di una bimba di nome Giulia) ha uno spiccato interesse verso la relazione empatica con il bambino, la sua famiglia e gli insegnanti.
Ecco cosa ci ha risposto.
Quanti e quali sono i principali Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e come si manifestano?
I DSA sono dei disturbi specifici dell’apprendimento che compromettono alcune specifiche aree:
• dislessia: un disturbo specifico della lettura;
• disortografia: una marcata difficoltà nella competenza ortografica;
• disgrafia: un deficit delle abilità motorie della scrittura
• discalculia: si manifesta con un’enorme difficoltà nel comprendere i numeri e nell’effettuare calcoli;
Si manifestano con delle evidenti difficoltà nell’apprendere le diverse abilità nonostante l’assenza di deficit intellettivi.
Quali sono i segnali e i comportamenti del bambino che possono indicare la presenza di un disturbo specifico di apprendimento e meritano quindi un approfondimento da parte del genitore?
Ci sono alcuni segnali che insegnanti e genitori devono tenere in considerazione come “campanelli d’allarme”.
Ad esempio, se un bambino frequentante la classe prima e ad aprile non ha ancora “automatizzato” il meccanismo della lettura, o se un bambino di quarta ha ancora difficoltà nello svolgimento dei calcoli e nella risoluzione dei problemi. In questi casi è opportuno chiedere una consulenza in Neuropsichiatria o ad uno psicologo dell’apprendimento. Spesso le difficoltà sono accompagnate da un senso di frustrazione tale da scoraggiare il bambino facendolo sembrare svogliato e poco attento.
Come e quando si manifestano, in generale, nei bambini delle 3 diverse fasce d’età e relativi cicli scolastici (scuola dell’infanzia, elementari e medie) sino a 14 anni i disturbi di apprendimento?
I DSA possono essere diagnosticati solo dalla fine del secondo anno della scuola primaria, prima possiamo parlare solo di difficoltà di apprendimento, che sono fenomeni momentanei e non a base neurologica sui quali si può intervenire con un intervento di potenziamento cognitivo.
La tempestività della diagnosi è importante per fornire precocemente un aiuto a questi ragazzini attraverso:
• uno specifico intervento riabilitativo;
• la stesura di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) condiviso fra insegnanti, famiglia e istituzioni socio sanitarie che definisca i supporti e le strategie di apprendimento indispensabili per il raggiungimento del successo scolastico.
Quali consigli si possono dare ad una famiglia nella quale c’è un bambino con DSA?
I consigli per una famiglia con un ragazzino con DSA sono:
• rivolgersi solo a professionisti competenti con una specifica formazione;
• ricordare che i DSA non sono malattie ma caratteristiche e che con gli adeguati strumenti compensativi tutti i bambini possono affrontare qualsiasi percorso scolastico;
• essere sempre positivi e credere nelle capacità del ragazzino: positività e fiducia sono sempre le competenze indispensabili quando si lavora con i ragazzini.