L’amico immaginario viene descritto su Wikipedia come “un fenomeno socio-psicologico che si verifica quando un’amicizia o una relazione interpersonale prende luogo nell’immaginazione piuttosto che nella realtà fisica. Spesso possiede un’elaborata personalità e comportamento”.
Un amico immaginario può anche essere un non umano o un animale ma tante volte è una persona comune. Quasi sempre possiede una storia particolare, più avventurosa di quella del bambino che lo immagina. Il suo aspetto fisico può variare e a volte rispecchia quello che il bambino vorrebbe avere. Inoltre, ha quasi sempre un carattere buono e simpatico che si adatta alla perfezione a quello del bambino.
E’ un fenomeno normalissimo nell’infanzia ma che spesso crea ansia e dubbi nelle mamme e nei papà che vedono i loro figli chiacchierare o giocare con qualcuno che non esiste.
A tranquillizzare le famiglie ci ha pensato anche l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che ha affrontato questo argomento sul proprio sito web.
“L’invenzione di un amico immaginario da parte del bambino in età prescolare, ovvero dai 2 ai 6 anni, non deve preoccupare il genitore. Avere un amico immaginario, infatti, è un fenomeno molto comune per i bimbi in quella fascia di età e non presenta nessun tratto psicopatologico. I bambini che parlano e giocano con un amico immaginario hanno un’immaginazione più vivida dei loro coetanei” – spiegano gli esperti dell’ISS – “e questo influisce, positivamente, sulla loro capacità descrittiva e narrativa“.
Secondo il pedagogista e psicologo Jean Piaget lo sviluppo mentale è strettamente correlato con quello del gioco che viene considerato come la “più spontanea abitudine del pensiero infantile”.
Uno studio inglese afferma inoltre che la creazione di un amico immaginario non è propria soltanto dei bambini più piccoli. Di 1.800 bambini sani, tra i 5 e i 12 anni, intervistati riguardo il loro presente o passato, circa 829 (quasi il 46,2%) riportavano di avere, o avere avuto, un amico immaginario.
Quindi, anche in età scolare (6-11 anni circa), avere un amico immaginario può essere normale.
“Tuttavia, se questa fervida immaginazione è associata ad altri sintomi, quali ritiro sociale o fobia sociale o sintomi fisici come inappetenza o disturbi del sonno” – precisano gli esperti dell’ISS – “il genitore può pensare di consultare il medico“.
Dall’età prepuberale (11-12 anni) in avanti, poi, questo tipo di gioco di finzione non viene più messo in pratica. Pertanto, oltrepassata questa età, se il gioco immaginativo dovesse continuare è necessario parlare con il pediatra.
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(foto copertina di Lothar Dieterich da Pixabay)