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Bambini troppo (precocemente) digitali? Sembra di si!

I nostri bambini sono troppo digitali per la loro età?
Sembrerebbe proprio di si, a giudicare dai dati emersi dal 1° Rapporto Auditel-Censis su convivenze, relazioni e stili di vita delle famiglie italiane.
Basti pensare che nella fascia d’età dai 4 ai 10 anni, il 17,6% dei bambini ha il cellulare, il 49,2% è connesso al web, il 32,7% utilizza il tablet, il 24,2% usa il computer portatile e il 6,7% il pc fisso.
I nati dal 2000 in avanti sono il banco di prova tangibile degli effetti sociali, anche sulle relazioni familiari, dei nuovi strumenti tecnologici” – spiegano gli autori del Rapporto che è stato presentato un paio di giorni fa al Senato della Repubblica. Lo studio si fonda sulla ricerca di base Auditel che 7 volte l’anno intervista, casa per casa, oltre 41.000 italiani e scatta così una fotografia originale della società italiana e dei cambiamenti che sta attraversando.
Un altro dato che emerge chiaramente è che i figli sono un formidabile moltiplicatore dei consumi. È vero che le famiglie con bambini sono quelle che più soffrono per le difficoltà economiche e che il terzo figlio è in molti casi una delle determinanti della povertà. Tuttavia la famiglia con bambini ha una propensione al consumo maggiore. Le famiglie monogenitoriali sono le più in sofferenza sul piano economico, visto che stentano a stare dietro alla dinamica incrementale della dotazione di beni legata alla presenza di figli e adolescenti.
Gli acquisti quotidiani e di elettrodomestici sono gli unici ambiti a prevalente potere decisionale femminile. Il resto è tutto in mano ai maschi, che nella gran parte dei casi sono i capofamiglia. E cresce il peso dei figli nel caso di decisioni di spesa per i device informatici.
Le famiglie italiane” – viene precisato – “sono alle prese con la formidabile potenza erosiva delle fruizioni individualizzate degli smartphone, che azzerano di fatto i momenti di aggregazione collettiva. Una persona, uno smartphone è la metrica ormai imperante in tutte le tipologie familiari: una condizione di base, strutturale, che consente a ogni singolo membro di fruire in totale autonomia e piena comodità di contenuti modulati sui propri specifici interessi. Lo smartphone è utilizzato dalla quasi totalità dei membri delle famiglie, trasversalmente alla condizione socio-economica. Ma in solitudo, per se stessi e non in fruizione collettiva. Sono addirittura 28 milioni, poi, gli utilizzatori notturni che lo hanno eletto a inseparabile partner sin nel proprio letto. E ben 11,8 milioni indicano esplicitamente la fruizione sempre e ovunque dello smartphone sul web. Per comparazione, pensando al televisore non si può non sottolineare la sua capacità di aggregazione e di generazione di convivialità nelle famiglie. Le tirate di qualche anno fa contro la tv accusata di distruggere la relazionalità rivelano, perciò, una volta di più, tutta la loro vuotezza retorico-moralistica. Nella maggior parte delle famiglie la tv aveva e ha ancora una fruizione prevalentemente collettiva: riunisce dinanzi a sé, in contiguità fisica, i membri delle coabitazioni, con un’alternanza di silenzi (per ascoltare) e scambi di opinione tale da poter tranquillamente affermare che il televisore crea i presupposti tecnici e di contenuto della relazionalità familiare”.
Cellulare a parte, le case degli italiani sono stracolme di elettrodomestici tradizionali o di ultima generazione. Tra tutti, spicca il televisore: ve ne sono oltre 43 milioni (il 97,1% delle famiglie ne possiede almeno uno), contro 14 milioni di pc portatili (48,1%), 7,4 milioni di tablet (26,4%), 5,6 milioni di pc fissi (22,1%). Rafforza il primato della tv questo dato: il 19,3% delle famiglie dispone di almeno un televisore connesso al web (smart tv o apparecchio tradizionale connesso al web con dispositivo esterno).
I telefoni cellulari sono presenti in oltre il 95% delle famiglie, i telefoni fissi solo nel 60% circa. Il forno a microonde, che ritroviamo nel 53% delle abitazioni, batte la lavastoviglie, utilizzata da quasi il 45%. Gli impianti di aria condizionata arrivano al 29,7%. Il sistema hi-fi con componenti separati al 16,5%. La linea fissa solo dati al 13,2%. La vasca idromassaggio al 4,9%. Residuali la videocamera digitale (6,5% delle famiglie) e la segreteria telefonica (2,1%).
La famiglia, collante della società, ha cambiato pelle con l’evoluzione sociale: siamo passati dalla famiglia Spa, che combinava redditi e patrimoni, alla famiglia di cura garante di welfare informale e reddito per i componenti non autosufficienti e i figli precari, fino all’attuale rischio di una famiglia disintermediata, alle prese con le sfide che minacciano la relazionalità interna“, ha affermato Giuseppe De Rita, presidente del Censis. “Il consumo individuale legato agli smartphone connessi al web fa saltare quella quotidiana ritualità conviviale costruita intorno alla visione dei programmi televisivi. Il Rapporto Auditel-Censis” – ha concluso De Rita – “ha messo sotto i nostri occhi la portata della sfida, visto anche l’intenso e precoce utilizzo dei device digitali da parte di adolescenti e bambini“.

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