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Ecco come aiutare i nostri figli a studiare senza stress

9 Novembre 201710 Gennaio 2020da0a14Commenti disabilitati su Ecco come aiutare i nostri figli a studiare senza stress

Come può un genitore insegnare al proprio figlio a “studiare senza stress”?
E come può un ragazzino trovare nello studio aspetti ludici, giocosi e divertenti?
A queste domande, che ogni mamma o papà prima o poi si pone, prova a rispondere “Impariamo ad Imparare: studiare senza stress”, un progetto di Associazione Genitorialità ideato e condotto dalla dott.ssa Federica Dessolis, psicoterapeuta cognitivo comportamentale che si occupa di psicologia e psicopatologia dell’apprendimento.
Vediamo insieme di cosa si tratta.

A chi si rivolge il progetto e quali sono le 4 tappe?
“Il progetto è rivolto agli studenti di ogni età, dalla primaria alla secondaria di secondo grado” – spiega Dessolis – “ed è un percorso in quattro tappe alla ricerca del proprio stile e del proprio metodo di studio. Quando si parla di scuola e di apprendimento, infatti, siamo soliti pensare ad un qualcosa di estremamente grigio e rigido ma se facciamo un viaggio a ritroso nella nostra esperienza personale, gli argomenti che ci ricordiamo di più e che siamo riusciti ad utilizzare al meglio sono quelli che maggiormente ci hanno divertito. Con divertimento ci riferiamo sia a quelle azioni che si allontanano dalla consuetudine sia allo stato d’animo gioioso con il quale affrontiamo le varie situazioni. Ricordo ancora quando la maestra Francesca, per insegnarci le frazioni, ci fece studiare su una ghiotta tavoletta di cioccolato al latte Perugina o quando, per spiegarci il concetto di metamorfosi, ci portò a cercare i girini così da poter seguire la loro trasformazione.
Divertimento è motivazione, divertimento è ottimizzazione delle nostre energie. Ecco, quello del divertimento è il principio base di questo progetto. Dopo un incontro preliminare per conoscere a grandi linee lo studente, si procede con i 4 incontri ufficiali:
– Come studio/ho studiato sinora? Quali sono i miei punti di forza, quali quelli deboli?
– Pianificazione dello studio/compiti
– Metacognizione:  consapevolezza di quello che si sta facendo
– Dalle mappe alla verifica”.

Tornando al punto iniziale, quindi, come può un genitore insegnare al proprio figlio a “studiare senza stress”? 
E come può un ragazzino trovare nello studio aspetti ludici, giocosi e divertenti?
“Per aiutare un ragazzino a vivere la scuola senza stress” – racconta Dessolis – “è fondamentale avere noi per primi un approccio sereno nei confronti dell’apprendimento, vederlo come un arricchimento e non come una performance da perfezionare di continuo. Bisogna dare molta importanza alle dovute pause. Molti genitori (e anche molti insegnanti) hanno la falsa credenza che più si passa tempo sui libri e più si impara. Ma non è la quantità di tempo a determinare la qualità dello studio, anzi.
Per “funzionare” bene è necessario:

  • assecondare i propri ritmi fisiologici: concedersi un momento di relax dopo pranzo, effettuare delle brevi ma costanti pause (magari ascoltandosi un brano con l’mp3) ricordando che più si è piccoli e più le pause devono essere frequenti poiché i tempi di attenzione sono più brevi e concedersi comunque una pausa di minimo 15 minuti a metà pomeriggio;
  • conoscere le passioni del ragazzo e fare in modo che queste siano il filo conduttore della motivazione allo studio. Vi faccio qualche esempio: I promessi sposi si possono approcciare partendo da qualche video divertente (come quello di Marchesini, Solenghi e Lopez); per familiarizzare con la storia de I Romanov c’è un video con Depardieu nel quale interpreta Rasputin; per imparare una poesia si può usare il Rap! E via discorrendo. Studiare non significa essere immusoniti con l’espressione seria, studiare dev’essere creatività, fare propri gli argomenti per assorbirli indelebilmente;
  • non usare lo studio a scopo punitivo, a meno che non si voglia indurre il ragazzo ad odiarlo con tutto se stesso;
  • non fare paragoni con fratelli, cugini, compagni vari: ognuno è unico ed ognuno ha il proprio stile;
  • non essere legati al voto, che non significa gioire delle insufficienze ma gioire per i progressi e per l’impegno con il quale il bambino/ragazzino affronta le attività;
  • restituire sempre un senso di fiducia nelle sue capacità, fosse anche quello di credere che siete sicuri che l’ostacolo che sta incontrando potrà superarlo;
  • ricordare sempre che prima di essere studenti si è individui e che la crescita è sana quando non si trascurano i propri interessi, amici e hobbies;
  • infine è fondamentale saper condividere i momenti di studio con i compagni, organizzare dei gruppi di apprendimento cooperativo e di peer tutoring (con questo metodo gli allievi vengono divisi in coppie o in piccoli gruppi e si sceglie di volta in volta uno di loro che svolge il ruolo di docente e spiega agli altri il tema da trattare)”.
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Tagged bambini, famiglia, psicologo, scuola

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